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È oggi la volta di un prestigioso locale di Milano, l’Osteria del Gambero Rosso, sita in viale Pasubio a due passi da Porta Garibaldi, la storica Porta Comasina di cui ancora oggi v’è traccia con Corso Como. Si trova quindi nel cuore della Milano notturna, anche se l’Osteria è un punto di riferimento per il lunch time dei milanesi. Aperto tutti giorni, ha un menù settimanale che varia molto le proposte gastronomiche ma la carta delle pizze, ben assortita e assai articolata, non muta nel corso dell’anno, eccezion fatta per le pizze stagionali caratterizzate dalla presenza di prodotti freschi tipici del periodo.
Il locale, aperto nel 2001, non ha vissuto un’Odissea né nello spazio né nel tempo e ha seguito un iter gestionale molto preciso e vincente. I suoi titolari, Carmelo Colucci e Aghim Kurti, da veri professionisti del settore della ristorazione, hanno scoperto le notevoli potenzialità commerciali e d’immagine delle specialità birrarie abbinate a pizze creative e qualitativamente ineccepibili. Carmelo parla di birra a 360 gradi, sostenendo che “la maggior parte dei nostri ospiti gradisce birra alla spina di bassa fermentazione, chiara e di gradazione non elevata, per cui abbiamo provveduto in questo senso con una classica pils tedesca”. Per contro è molto interessante anche l’osservazione che fa Aghim sulla selezione delle birre: “Abbiamo preferito puntare sulla bassa fermentazione alla spina e sull’alta fermentazione in bottiglia soprattutto perché le specialità ad alta fermentazione sono spesso rifermentate in bottiglia e per rendere omogenei i lieviti in bottiglia è relativamente facile, roteando la bottiglia stessa, ma quando si tratta di un fusto di 20-30 litri bisogna avere accortezze maggiori e capovolgerlo almeno un’ora prima dell’uso affinché la sua torbidità naturale sia ben distribuita e non causi disparità qualitativa nel prodotto che serviamo”. Carmelo ribadisce la posizione del socio, asserendo che “per una clientela come la nostra che è giustamente sempre più esigente abbiamo ritenuto giusto documentarci su ogni tipo di prodotto, ma in particolar modo della birra. La cui cultura in Italia è decisamente scarsa ad onta del fatto che sulla birra ci sono molte cose importanti e interessanti da imparare. Ecco perché la formazione ci ha consentito di imparare ciò che rende soddisfatto sia il regular sia il cliente occasionale”.
Quali sono dunque le pizze in abbinamento con queste specialità birrarie?
“Innanzitutto è bene specificare - esordisce Aghim - che le nostre proposte birrarie comprendono essenzialmente specialità artigianali belghe, anche se, soprattutto nel periodo estivo, prendono quota le richieste di Weizen, le birre di frumento bavaresi leggermente acidule che sono particolarmente rinfrescanti e profumate”. Carmelo entra nello specifico: “La pizza che contraddistingue e il locale è la Botta di Vita, chiamata così perché è un insieme di sapori tale che dà un indirizzo alla giornata. Pomodoro, mozzarella, salame piccante, cipolle, gorgonzola e basilico, un trionfo di gusti assertivi e di aromi penetranti che ben si abbina con la Tournay Noir, una birra scura doppio malto che regge bene il confronto sia come corposità sia sia come mélange olfatto-gustativo”. Analitico anche Aghim: “La Valtellina (pomodoro, mozzarella, bresaola, rucola, scaglie di grana), decisamente saporita, viene contrastata dal persistente ma non aggressivo amaro della Moneuse, mitica birra della Brasserie de Blaugies dedicata a una specie di Robin Hood locale e antenato della moglie del titolare della birreria”. Riprende Carmelo le sue osservazioni: “La Sainte Hélène Ambrée amaricante e speziata è la straordinaria compagna della Siciliana, che non ha la mozzarella ma una serie di profumi mediterranei dovuti ad erbe e spezie (capperi e origano) compenetrati dalla tipica sapidità salina mediterranea (acciuga) e dall’acidità mai sopita del pomodoro”. Puntualizza Aghim: “senza pomodoro sono invece la Quattro Formaggi e la Pizza al Gorgonzola, che aumentano il corpo a scapito di un po’ d’acidità, per cui la Quintine Blonde, ben luppolata ma di notevole corpo, tiene botta al meglio a queste due pizze”. Diretta la precisazione di Carmelo: “la Montecarlo deve il suo nome alla località pistoiese dove producono la salsiccia toscana, ingrediente base della nostra pizza. Noi la proponiamo con la Hercule Stout, scura e di buon corpo”. Ed eccoci alle pizze stagionali, che Aghim consiglia in abbinamento alle Weizen: “Un buon Calzone Estivo, farcito con mozzarella di bufala, insalate miste di stagione e prosciutto crudo di Parma, contrae un matrimonio d’amore con la delicata e fruttata Weizen della Aktien, birreria dell’Algovia bavarese, che si accorda anche con la Pizza Estate, prosciutto cotto, pomodoro, mozzarella e quel rinfrescante e fruttato ananas i cui aromi si percepiscono anche in questa specialità di frumento”.
Non c’è che dire: una… “Botte di Vita!”
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